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21 dicembre 2020: il Solstizio d’inverno e la Grande Congiunzione fra Giove e Saturno

Domani, 21 dicembre, sarà una giornata davvero speciale perchè vi saranno ben due eventi: alle 10.02 avremo il solstizio d’inverno nell’emisfero australe per contro si avrà il solstizio d’estate) mentre, la sera, sarà visibile la Grande Congiunzione tra Giove e Saturno.

Ma vediamo un po’ le origini del solstizio! Il termine solstizio, dal latino solstitium, significa letteralmente “Sole fermo” (da sol, “Sole”, e sistere, “stare fermo”). Nell’emisfero nord della terra, tale fenomeno si verifica nei giorni che vanno dal 21 al 24 dicembre, generalmente il 21 o il 22 dicembre, ma per l’inversione apparente del moto solare, diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo.

Durante tale fenomeno il Sole sembra fermarsi in cielo: in termini astronomici, il Sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Accade così che il buio della notte raggiunga la massima estensione e la luce del giorno la minima, si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.

Subito dopo il Solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al Solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. 


Il Sole, quindi, nel Solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e a calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “Sol Invictus” vale a dire invincibile sulle tenebre e, proprio il 25 dicembre, sembra rinascere e avere un nuovo “Natale”.

Nel mondo germanico il solstizio d’inverno corrisponde a Yule, mentre nella tradizione druidica si parla di Alban Arthan, la festa della Luce di Re Artù

Per i romani la celebrazione del solstizio si sovrapponeva approssimativamente alle feste dei saturnali che si svolgevano dal 17 al 24 dicembre in onore di Saturno, durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi banchetti (https://leviedelmistero.wordpress.com/2020/12/18/i-saturnalia/)

In queste giornate venivano accesi dei fuochi che, con il loro calore e la loro luce, avevano la funzione di ridare forza al Sole indebolito. Spesso questi rituali erano connessi con la fertilità e legati alla riproduzione: da qui l’usanza, nelle antiche celebrazioni, di danze e cerimoniali propiziatori dell’abbondanza e in alcuni casi, come negli antichi riti celtici e germanici, ma anche romani e greci, di accoppiarsi durante le feste al fine di procreare.

In merito alla Grande Congiunzione che avverrà domani sera, Giove e Saturni saranno così vicini tra loro da sembrare un unico astro, uno spettacolo che non si ripeteva  dal 1623.

La Grande Congiunzione è un evento che si verifica circa ogni 20 anni. Giove, infatti, impiega più o meno 12 anni terrestri a completare la propria orbita intorno al Sole, mentre Saturno ce ne impiega 30. L’ultimo “bacio astrale o planetario” così ravvicinato si era però verificato nel 1623 e ancor prima nel 1226.

Bisognerà attendere il 1280 per vedere una nuova Grande Congiunzione, pertanto domani tutti con naso il su per ammirarla e buon solstizio a tutti!

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