Le sette meraviglie del mondo antico

Atlantide la mitica

A cura di Alessia Cantagallo

Statue sommerse e antiche vestigia nell’antico Porto di Baia (NA)

Care amiche e amici, ben ritrovati nel mio blog!  Questa settimana vi parlerò di uno degli argomenti che da sempre mi affascinano e che più amo: Atlantide. Vi condurro’ in un excursus storico sulla nascita ed evoluzione del mito, dai tempi di Platone sino ai nostri giorni, passando in rassegna i vari luoghi nel mondo in cui Atlantide sarebbe stata localizzata, fra cui in Italia la Sicilia, la Sardegna e il Monte Argentario.

Atlantide e Platone

Platone

La nascita del mito di Atlantide  (dal greco Ἀτλαντὶς νῆσος, “isola diAtlante”), risale al IV a.c. ed è strettamente connessa a Platone che per primo nella storia la menzionò nel 360 a.c.  nei dialoghi di Timeo (17-27) e Crizia, descrivendola con le seguenti parole: «Davanti a quella foce che viene chiamata, come dite, Colonne d’Eracle, c’era un’isola. Tale isola, poi, era più grande della Libia e dell’Asia messe insieme, e a coloro che procedevano da essa si offriva un passaggio alle altre isole, ed alle isole a tutto il continente che stava dalla parte opposta, intorno a quello che è veramente mare. (24E-25A) […] In tempi successivi, però essendosi verificati terribili terremoti e diluvi, nel corso di un giorno e di una notte, tutto il complesso dei vostri guerrieri di colpo sprofondò sottoterra, e l’Isola di Atlantide, allo stesso modo sommersa dal mare, scomparve.(25C-D) »
(Platone, Timeo).

Gli egiziani, affermava Platone, descrivevano Atlantide come un’isola composta per lo più di montagne nella parte settentrionale e lungo la costa, “mentre tutt’intorno alla città vi era una pianura, che abbracciava la città ed era essa stessa circondata da monti che discendevano fino al mare, piana e uniforme, tutta allungata, lunga tremila stadi [circa 555 km] sui due lati e al centro duemila stadi [circa 370 km] dal mare fin giù. […] a una distanza di circa cinquanta stadi [9 km], c’era un monte, di modeste dimensioni da ogni lato […] L’isola, nella quale si trovava la dimora dei re, aveva un diametro di cinque stadi [circa 0,92 km].

Ipotetica mappa di Atlantide

Secondo il racconto di Platone, pertanto, Atlantide era un’isola, collocata oltre le colonne d’Ercole (l’attuale Gibilterra) il cui nome derivava da Atlante, leggendario governatore dell’Oceano Atlantico, figlio di Poseidone, che sarebbestato anche il primo re dell’isola. Atlantide sarebbe stata inoltre una forte potenza navale che avrebbe effettuato molte conquiste sia nell’Europa occidentale che in Africa, novemila anni prima del tempo di Solone (approssimativamente nel 9600 a.C.). Dopo avere fallito l’invasione di Atene, Atlantide sarebbe sprofondata “in un singolo giorno e notte di disgrazia” per opera di Poseidone.


Essendo una storia funzionale ai dialoghi di Platone, Atlantide è generalmente vista come un mito concepito dal filosofo greco per illustrare le proprie idee politiche, tuttavia da tali racconti iniziarono a prendere vita ipotesi e studi che ancora ad oggi disputano su quanto e come il racconto di Platone possa essere ispirato da eventuali tradizioni più antiche.


Secondo alcuni Platone si basò sulla memoria di eventi passati come l’eruzione vulcanica di Thera (l’attuale Santorini) o la Guerra di Troia, mentre altri sostengono che egli trasse ispirazione da eventi contemporanei come la distruzione di Elice nel 373 a.C. o la fallita invasione ateniese della Sicilia nel 415–413 a.C.



   Il mito di Atlantide nell’antichità


Al di fuori dei dialoghi di Timeo e Crizia di Platone, non esiste alcun riferimento precedente su Atlantide. Nonostante alcuni nell’antichità avessero ritenuto un fatto storico il racconto riportato da Platone, il suo allievo Aristotele non diede peso alla cosa, liquidandola come un’invenzione del maestro. Ad Aristotele è infatti attribuita la frase “L’uomo che l’ha sognata, l’ha anche fatta scomparire”.


Il primo commentatore di Platone, il filosofo Crantore da Soli, ritenne il mito un fatto autentico, in quanto gli fu riferito di cronache su Atlantide scritte sulle stele dell’antico tempio di Sais in Egitto.

Il racconto di Platone inspirò vari scrittori che ne trassero spunto per scrivere storie simili. Tra questi ricordiamo in particolare lo storico Teopompo di Chio che nel libro VIII della sua voluminosa Filippica, narrò di una terra in mezzo all’oceano conosciuta come Meropide (ovvero terra di Merope) o dove vivevano i Meropidi, una razza di uomini che crescevano al doppio dell’altezza normale e abitavano due città sull’isola di Meropis (Cos?): Eusebes (Εὐσεβής, “città pia”) e Machimos (Μάχιμος,”città combattente”).

Egli inoltre scrisse che un’armata di dieci milioni di soldati attraversarono l’oceano per conquistare Iperborea, ma abbandonarono tale proposito quando si resero conto che gli Iperborei erano il popolo più fortunato del mondo. Diodoro Siculo (I secolo a.C.) – confermato sostanzialmente da Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) – collocava la capitale di Atlantide a Kerne, avamposto cartaginese sulla costa atlantica dell’Africa fondato da Annone il Navigatore: probabilmente nel Rio de Oro, ex Sahara spagnolo.


Lo storico romano del IV secolo d.C. Ammiano Marcellino, dissertando sulle perdute opere di Timagene, uno storico attivo nel I secolo a.C., scrive che i Druidi della Gallia riferirono che parte degli abitanti di quella terra erano migrati lì da isole lontane: per alcuni si trattava dei sopravvissuti di Atlantide giunti via mare nell’Europa occidentale.

  Il mito di Atlantide nell’epoca moderna


Durante il Medioevo il mito di Atlantide fu pressoché ignorato per essere riscoperto dagli umanisti nell’era moderna, ispirando le opere di numerosi scrittori dal Rinascimento in poi. Al tema sono state dedicate migliaia di libri e saggi, anche nella letteratura contemporanea, soprattutto quella fantasy, oltre che nella fantascienza, i fumetti, i film, i videogiochi, essendo Atlantide divenuta  sinonimo di ogni e qualsiasi ipotetica civiltà perduta nel remoto passato.

La scoperta dell’America pose subito il problema di una qualche sua conoscenza previa, e dunque anche il problema della discendenza e dell’origine della umanità americana del tutto inaspettata nella cultura europea dell’epoca. Fra le opere più note vi è “La nuova Atlantide” di Francesco Bacone del 1627 che descrive una società utopica, chiamata Bensalem, collocata al largo della costa occidentale americana. Un personaggio del libro sostiene che la popolazione proveniva da Atlantide, fornendo una storia simile a quella di Platone e collocando Atlantide in America. Non è chiaro se Bacone intendesse l’America settentrionale o quella meridionale.


Lo scienziato Olaus Rudbeck (1630 – 1702) scrisse nel 1679-1702 Atlantica(Atland eller Manheim), un lungo trattato dove sostenne che la propria patria, la Svezia, era la perduta Atlantide, la culla della civiltà, e lo svedese erala lingua di Adamo da cui si sarebbero evoluti latino ed ebraico.


Alla metà e nel tardo Ottocento numerosi rinomati studiosi americani proposero l’idea che Atlantide fosse in qualche maniera correlata alla civiltà Maya e alla cultura azteca. Nella pubblicazione nel 1882 di “Atlantis: the Antediluvian World di Ignatius” L. Donnelly, tentò di stabilire che tutte le antiche civiltà conosciute discendessero da questa progredita cultura del Neolitico. 

“La dottrina segreta” di Helena Blavatsky e la razza Atlantidea

Foto di Helena Blavatsky autrice del testo “La Dottrina Segreta”


Non si puo’ parlare di Atlantide senza citare Helena Blavatsky e la sua “La dottrina segreta” (1888) che considera quella degli Atlantidei la quarta”Razza radicale” (Root Race), dopo le due iperoboree e quella dei Lemuria, a cui successe la “razza ariana”.

La razza Atlantidea sarebbe esistita circa cinque milioni di anni fa e dagli studi effettuati sembra che la statura media degli uomini era di ca. 9 metri.

Questa teoria del gigantismo richiama quanto detto nell’antichità dallo storico Teopompo di Chio che nel libro VIII della sua voluminosa Filippica sopra citata, nonchè nella Bibbia, nel libro della Genesi, dove si dice A quel tempo c’erano i giganti sulla Terra e anche dopo, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini e queste partorirono loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.

Alla razza Atlantidea e al fenomeno del gigantismo sono ascritte le rovine colossali rinvenute un po’ ovunque nelmondo, quali a titolo di esempio i resti del tempio di Giove a Baalbek in Libano, composto da massi ciclopici lunghi20x4,5×3,6 mt et del peso di 750 tonnellate; simili reperti si sono rinvenuti nei resti dei templi a Cuzsco in Perù, a Stonenghe in Inghilterra, o le mura enormi di Bimini.

Foto di scheletri giganti
Scheletro gigante rinvenuto in Sardegna

 Il “profeta dormiente” nonché veggente statunitense Egdar Cayce, menzionò Atlantide per la prima volta nel 1923, asserendo in seguito che essa era collocata nei Caraibi e ritenendo che era un’antica civiltà, altamente evoluta, ora sommersa, dotata di forze navali e aeree mosse da una misteriosa forma di cristallo di energia. Egli predisse inoltre che delle parti di Atlantide sarebbero riemerse nel 1968 o 1969:  la Bimini Road, una formazione rocciosa sommersa con pietre rettangolari appena allargo di North Bimini Island, è stata descritta come una possibile prova diquesta civiltà. Nella sue visioni sull’Atlantide, Cayce affermò che la civiltà atlantidea era estremamente evoluta grazie soprattutto all’utilizzo del cristallo, un raccoglitore di energia solare e terrestre che ridistribuiva in forma elettrica o atomica, alimentando macchine, aerei, navi nonchél’illuminazione in tutto il paese.

Alcuni studi sostengono che antiche civiltà usassero il laser, pile elettriche e acceleratori di energia e che costruissero macchine volanti, chiamate “Vimana”, una testimonianza chiara di ciò si è rinvenuta nel Tempio delle Epigrafi a Palenque, in Messico, ove è possibile vedere inciso su una lastra, un uomo che sembra stia pilotando un veicolo a turbina.


Il teschio di cristallo Mitchell-Hedges 
Teschio di cristallo: uno dei 12 teschi di cristallo rinvenuti nel mondo. Nell’antica civiltà di Atlantide il cristallo sarebbe stato un raccoglitore di energia solare e terrestre che ridistribuiva in forma elettrica o atomica, alimentando macchine, aerei, navi nonché fornendo l’illuminazione.

L’Astronauta di Palenque — a Ruinas De Palenque Chiapas.

 Successivamente al cataclisma o al grande diluvio che distrusse Atlantide, chi si salvò diede vita alla quinta razza, quella ariana, attorno a cui si sviluppò il Vecchio Testamento.


Il concetto di Atlantide attrasse anche i teorici nazisti. La teoria del ghiaccio cosmico (1913) di Hanns Hörbiger(1860-1931) aveva infatti conquistato un vasto appoggio popolare in Germania e venne promossa dal regime nazista per le sue implicazioni razziali. Hörbiger riteneva che la Terra fosse soggetta a periodici cataclismi provocati dalla caduta di una serie corpi celesti che da comete erano diventati satelliti; la sommersione di Atlantide e di Lemuria sarebbero state provocate dalla cattura dell’attuale satellite della Terra, la Luna. I periodi di avvicinamento dei satelliti avrebbero causato (per diminuzione della gravità) la nascita di stirpi di giganti di cui parlano le varie mitologie.

Alfred Rosenberg (Mito del XX secolo, 1930) parlò di una razza dominante “nordico-atlantiana” o “ariano-nordica”. Nel 1938 l’alto ufficiale Heinrich Himmler (alloracapo supremo delle forze dell’ordine del Terzo Reich) organizzò una ricerca in Tibet allo scopo di trovare le spoglie degli Atlantidei bianchi.

Julius Evola, in rivolta contro il mondo moderno (1934), identifica in Atlantide uno dei molti riferimenti presenti nelle opere antiche alla sede iperborea, luogo d’origine degli essere “più che umani” regnanti durante l’etàdell’oro, a sua volta ritenuta essere il polo nord, ancora non colpito da unclima rigido, ma anzi regione definita “solare”.

Da quando la deriva dei continenti divenne largamente accettata nel corso degli anni sessanta, la popolarità di buona parte delle teorie sul “continente perduto” di Atlantide iniziò a svanire, mentre si cominciava ad accettare ampiamente la natura immaginaria degli elementi dellastoria di Platone.

 IPOTESI SULLA COLLOCAZIONE DI ATLANTIDE

Sebbene si ritiene che il mito di Atlantide sia solo una finzione letteraria interamente elaborata da Platone, da secoli si susseguono le innumerevoli proposte di localizzazione dell’isola. Vediamo le ipotesi piu’ gettonate.

                                                                          LE AMERICHE

Atlantide identificata come un continente nel mezzo dell’Oceano Atlantico

Inizialmente si è pensato a identificare Atlantide con l’America, continente che ai tempi di Platone non era per quanto si sappia conosciuto e che non ha subito cataclismi recenti. Sulla base di mappe turche dell’America meridionale del primo Cinquecento, come la mappa di Piri Reìs, alcuni hanno collocato la rappresentazione di Atlantide nell’estremo Sud, proprio dopo la Terra del Fuoco, fra l’America meridionale e l’Antartide. I sostenitori di questa ipotesi parlano di resti di vegetazione datati all’analisi al carbonio 14 come risalenti a 50.000 annifa, lasciando supporre che l’Antartide fosse sgombro dai ghiacci, ma questi dati sono riconosciuti come pseudo scientifici e mai replicati, anche perché tutta la ricerca sull’Antartide (e in particolare i carotaggi nei depositiglaciali) conferma come 50.000 anni fa il continente di ghiaccio fosse prossimo al picco glaciale, e quindi notevolmente più freddo di oggi.

Alcuni, sulla base dell’assonanza dei nomi e di una somiglianza etimologica, hanno accostato Aztlán, la leggendaria terra d’originedegli Aztechi, all’Atlantide narrata da Platone.

Altra ipotetica collocazione è,  secondo alcuni tra cui il sensitivo Edgar Cayce, nei Caraibi come giá visto .

Il geologo inglese Jim Allen sostiene che Atlantide si trovasse in Bolivia, nell’area dell’Altiplano, basandosi sulla presenza di una piana rettangolare corrispondente alle dimensioni specificate da Platone e di depressioni concentriche ad arco di cerchio subito a est della città di Pampa Aullagas, da lui identificate con i canali della capitale.

MEDITERRANEO

Ipotesi di identificazione di Atantide nel Mediterraneo


La maggior parte delle ipotesi avanzate di recente indicano la collocazione della mitica isola non più nell’Oceano o in altri luoghi troppo remoti (ormai scartati per motivi geologici, cronologici e storici), ma più vicino, nel Mediterraneo o nei suoi immediati dintorni, dove Platone più probabilmente poteva aver trovato i vari elementi per costruire il suo racconto.

Le conoscenze geografiche dei greci all’epoca di Platone erano infatti molto vaghe e limitate al bacino del Mediterraneo, il Mare Nostrum, ed erano in realtà sufficientemente precise solo nell’ambito dell’Egeo.
È stato ipotizzato che Platone potrebbe avere tratto qualche ispirazione dai terremoti e maremoti che non molti anni prima, nel 373 a.C., avevano ingoiato le isole di Elice e Bura. Fu distrutta anche un’isola di nome Atalante, vicino a Locri in Calabria. Alcuni identificano con l’isola di Cipro i resti del continente di Atlantide. Altri hanno pensato al Sahara, che in periodi molto remoti (30 000 anni fa) non era desertico,ma ricoperto da foreste lussureggianti e che fu abitato fin dalla preistoria,ma ciò non trova particolari corrispondenze nel racconto di Platone. Personalmente ritengo che le teorie più accreditate siano quelle che considerano Atlantide come Creta o l’attuale Santorini.

 CRETA
Una tra le teorie più singolari, studiata e approfondita nella prima metàdel Novecento e che come ho detto personalmente ritengo fra tutte le varie teorie la più fondata, sostiene che il mito di Atlantide non sarebbe altro che la memoria dell’avanzata Civiltà minoica (civiltà cretese dell’età del bronzo), che ebbe fine intorno al 1450a.C., in circostanze non ancora ben chiarite. La causa più accreditata potrebbe essere l‘esplosione del vulcano dell’isola di Tera o Thera, attualmente Santorini, che provocò lo sprofondamento parziale dell’isola e giganteschi terremoti: l’esplosione diThera avrebbe propagato nel Mediterraneo un terrificante maremoto in grado dispazzare via gli insediamenti lungo le coste (le onde si sarebbero diffuse intutto il bacino dell’Egeo in sole due ore, raggiungendo un’altezza di circatrenta metri), a cui sarebbero seguite entro due-tre giorni le ceneri riversatedall’esplosione vulcanica.

Santorini e il mito di Atlantide
Santorini dopo l’euruzione del Vulcano

SANTORINI
Un’altra teoria localizza Atlantide nel Mediterraneo orientale, piùprecisamente nell’arcipelago delle Cicladi, in un’area occupata oggi dall’isoladi Santorini. Che Santorini fosse tutto ciò che rimaneva di un’isola molto piu’ vasta, distrutta da una catastrofica esplosione, si sapeva da tempo: era noto che dall’antica Thera erano stati eruttati ben 18 Km cubi di magma e che la sua esplosione non lasciò che uno spezzone di roccia annerita. Solo negli anni Settanta il metodo del radiocarbonio ha permesso di datare, con un margine di errore ridotto, un trono rinvenuto sepolto nella cenere vulcanica: l’eruzione doveva essere avvenuta intorno al 1456 a.C. Questa data collimava con un’ipotesi elaborata qualche anno prima da un geologo greco Angelo Galanopulos il quale, analizzando alcuni episodi della Bibbia (i “tre giorni di buio”, i terremoti, la divisione delle acque del Mar Rosso), concluse che in quell’anno un’esplosione vulcanica doveva aver interessato il Mediterraneo orientale. Inoltre, leggendole numerose trascrizioni dei testi platoniani, il geologo affermo’ che si era verificato un errore che aveva moltiplicato per dieci le cifre originariamente riportate: Atlantide finiva per identificarsi con Thera e, leggendo 900 invecedi 9000 anni, anche il periodo della scomparsa di Atlantide coincideva con l’eruzione che distrusse Santorini. Dopo accurati studi, nel 1973 la geologa Dorothy Vitaliano sottolineò come la topografia di Atlantide descritta da Platone si adattasse a quella che doveva essere Thera, come rinvenibile da un affresco trovato negli scavi di Akrotiri a Santorini:l’ipotesi convincente è quella della distruzione di Thera, base navale dell’impero minoico, e di conseguenti maremoti che avrebbero fatto scomparire gradualmente quella civiltà e la sua supremazia nel Mediterraneo con la conseguente ascesa di Micene. Tale evento vulcanico avrebbe dato origine insieme al mito di Giasone e del Minotauro, alle narrazioni di Platone e aquelle della Bibbia.

SICILIA
Si è sostenuto che prima del tempo di Eratostene (250 a.C. circa), autori greci avessero collocato le Colonned’Ercole nello Stretto di Sicilia, ma non ci sono prove di tale ipotesi. SecondoErodoto (c. 430 a.C.) una spedizione fenicia circumnavigò l’Africa con il benestare del faraone Necho II, navigando a sud sotto il Mar Rosso e l’Oceano Indiano e verso nord nell’Atlantico, facendo ritorno nel Mediterraneo attraverso le Colonne d’Ercole. La sua descrizione dell’Africa nord-occidentale rende molto chiaro che localizzò le Colonne d’Ercole precisamente dove sono oggi. Malgrado questo, la credenza che le Colonne fossero collocate nello Stretto di Sicilia prima di Eratostene è stata citata in alcune ipotesi sulla collocazione di Atlantide. Infatti, tra i numerosi luoghi in cui viene collocata la formidabile minaccia marittima di Atlantide ve ne sono due che riguardano da vicino la Sicilia: l’omonimo canale e Malta.

Questa vicinanza ha indotto il maltese Giorgio Grognet deVassé – fautore della teoria che vede in Malta un residuo di Atlantide – ad asserire che nel museo di Siracusa si conservava un reperto di Atlantide: un capitello.  Grognet de Vassé era infatti convinto che gli atlantidei dopo la distruzione della loro isola si fossero divisi in colonie (lo stesso Antico Egitto, secondo il maltese, non era altro che una colonia atlantidea) e quel capitello richiamava il particolare stile egizio (a suo dire prova inconfutabile della presenza atlantidea in quei luoghi). Al capitello aggiungeva un idoletto, rinvenuto nei pressi di Scicli e una medaglia rinvenutaa Naxos; anch’essi di presunta provenienza atlantidea.

MONTE ARGENTARIO

 Ulteriore teoria è stata avanzata da Costantino Cattoi ex colonnello della Regia Aeronautica, collaboratore di Gabriele D’Annunzio e stimato amico diItalo Balbo. Lo studioso, nel 1955, riportò alla luce una serie di opere pre-etrusche, fra le quali un’enorme roccia alta una decina di metri con i lineamenti del volto distintamente abbozzati e il classico copricapo egizio, ritenuta legata alla figura del dioThot. I ritrovamenti, ritenuti importanti dagli esperti del settore, portarono Cattoi a collaborare con l’antropologo statunitense George HuntWilliamson, l’esoterico peruviano Daniel Ruzo e il francese Denis Saurat, che pur lavorando in modo autonomo, giunsero alle medesime conclusioni, collegandole sculture rupestri italiane, alle simili scoperte a Marcahuasi in Perù, rafforzando la loro convinzione sull’esistenza di un legame tra il promontorio dell’Argentario, quale parte superstite di Atlantide, e il lontano Perù.

SARDEGNA

Nauraghi in Sardegna

Una teoria analoga è stata avanzata anch’essa dal giornalista italiano Sergio Frau nel suo libro Le colonne d’Ercole (2002): le “colonne” di cui parla Platone andrebbero identificate con il canale di Sicilia (che è assai turbinoso, come descrive Platone le Colonne), dunque l’isola di Atlantide sarebbe in realtà la Sardegna, il popolo che edificò i nuraghi coinciderebbe allora con il misterioso popolo dei Shardana o Šerden (dai quali appunto si vorrebbe che la Sardegna abbia preso il nome), citati tra i “popoli del mare” che secondo le cronache degli antichi egizi tentarono di invadere il Regno d’Egitto. Alcuni Šhardana sarebbero quindi emigrati nella penisola italica, dove avrebbero dato origine alla civiltà etrusca. Un passo della descrizione platonica si vuole coincida con la forma della Sardegna: “Una pianura (il Campidano) che attraversa l’isola in senso longitudinale (ha coste ad est e adovest), situata tra due zone montuose a nord e a sud; le coste sono alte erocciose, scoscese”. Del resto la Sardegna possiede ancora oggi zone pianeggianti situate alcuni metri sotto il livello del mare e ciò farebbepensare che, essendo una terra geologicamente troppo antica per subire o aver subito catastrofi naturali di dimensioni catastrofiche, possa invece essere stata soggetta in passato a cataclismi legati al mare, il cui territorio probabilmente non avrebbe potuto respingere a causa appunto dell’altezza della sua superficie rispetto a quella marina. Oltretutto la mancanza di terremoti avrebbe permesso una grande espansione edilizia all’interno dell’isola, che all’epoca sarebbe potuta apparire in maniera notevolmente diversa.  La”fine” di Atlantide viene anche fatta coincidere con la diffusione della malaria nell’isola.

SPAGNA
Una tra le molte teorie collocherebbe Atlantide in Spagna, precisamente in Andalusia, vicino Cadice. È l’opinione dello studioso tedesco Rainer Kuehne che si avvale di rilevazioni satellitari, attribuite però a GeorgeosDìaz-Montexano. Qualcosa combacia, come la forma delle strutture rilevate e l’ambientazione vicino a montagne (in questo caso la Sierra Morena e la SierraNevada), come le descrizioni di Platone, in cui sono anche presenti ricche miniere di rame. Tuttavia, se avesse ragione Kuehne, non si tratterebbe di un’isola, come vuole la tradizione, e le dimensioni rilevate dal satellite non combaciano con quelle di Platone.
Un’altra teoria vuole Atlantide nelle isole Canarie nell’oceano Atlantico (che sono effettivamente oltre leColonne d’Ercole ovvero lo Stretto di Gibilterra), malgrado la più antica civiltà di quell’arcipelago sia stata quella neolitica. Le Canarie, insieme alle isole Azzore, all’Isola di Madeira e a Capo Verde, costituirebbero le parti ancora emerse del continente scomparso.

MARE DEL NORD

Doggerland, l’Atlantide del Nord Europa

 Di recente si è diffusa la notizia che la leggendaria Atlantide sarebbe stata scoperta da ricercatori britannici, secondo i quali otto millenni fa, tra la Danimarca e la Scozia, esisteva un paese con città e abitanti. Sotto il mare del Nord sono stati rinvenuti resti di una città chiamata Doggerlad. In seguito, i cambiamenti globali del clima li costrinsero ad abbandonare quella zona mentre la terraferma sprofondò sotto le acque del Mare del Nord.

 

Raffigurazione immaginaria di Atlantide

Conclusioni
Amici, ho cercato di riassumere (per quanto non sia riuscita ad essere breve), la sterminata letteratura esistente su Atlantide, sebbene le cose da dire sarebbero ancora moltissime. Cosa pensare… Atlantide è esistita o no? Platone inventò tutto o riportò una leggenda che aveva sentito raccontare? Personalmente ritengo che lui avesse sentito realmente parlare di Atlantide, che probabilmente questa era una terra esistita e poi distrutta non lontana da lui o comunque collocata all’interno di quello che doveva essere il mondo conosciuto dell’epoca e che vedeva principalmente nel Mediterraneo il suo contesto. Per questo ritengo fattibile la tesi che vuole che le civiltà a lui più prossime e andate distrutte fossero quella cretese o quella dell’anticaSantorini. Ma anche l’idea di un continente di mezzo, fra l’Africa e l’America è estremamente credibile e risponderebbe inoltre alla collocazione platonica dell’isola posta dopo le antiche Colonne d’Ercole.
Che dire…Probabilmente Atlantide rimarrà per sempre un mito, un misteroirrisolto e in fondo è bene che sia così.. e con questo pensiero vi saluto lasciandovi con le parole del romanziere francese Pierre Benoît:

“E’ bene che Atlantide resti un mistero.
E’ giusto che l’uomo, guardando l’oceano, si inquieti pensando ad un lontano e imperscrutabile regno inghiottito in un giorno e in una notte dalle acque e dal fuoco; all’orgoglioso sogno di un’eternità infranta dal risveglio della Natura.
Le civiltà nascono, crescono ed, infine, muoiono. Prepariamoci a questo.
Atlantide non è mai esistita!
E’ in ogni luogo.”

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